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The Film London is Burning was screened at the Docucity film festival in Milano on May 4th. The review below appeared on May 5th. It was written by Silvia Tozzi.


“London is burning” documentario di Haim Bresheeth presentato al Docucity, Milano

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mag 5, 2012

A Milano, durante la rassegna concorso Docucity, organizzato dal Polo di Mediazione Interculturale e Mediazione dell’Università agli Studi di Milano, si è assistito alla proiezione del documentario “London is Burning” realizzato da Haim Bresheeth. Il documentario parla dei riots dell’agosto 2011 a Londra.




Ne rimanda poche immagini: qualche saccheggio, l’intervento della polizia con i cani, due sequenze tratte da programmi televisivi. In uno si stigmatizza il divieto fatto agli inglesi di tenere armi, “perché non possono difendersi dai teppisti”, nell’altro Darcus Howe paragona i riots con quelli del 1981 a Brixton e parla di “insurrection” dei giovani neri.

Quindi il documentario riporta i pareri di docenti universitari, operatori del sociale, antropologi. I quali fanno un quadro più generale dei riots. Li avvicinano alla Primavera Araba, ricordano, come ha fatto Nicoletta Vallorani durante la presentazione a Milano, in Mediateca Santa Teresa, che “quel che succede a Londra prima o dopo accade altrove”. Quindi, si dovrebbero analizzare i riots, comprenderne le ragioni, per evitarli.

Nel documentario, Paul Gilory, Jeremy Gilbert e altri tendono a contrapporre le minoranze, gli immigrati, ai bianchi inglesi. Ovvero a segnalare come una certa Destra fascista, che non è – ha spiegato poi Bresheet – la Lega Nord o Sarkozy, ma è più estrema, metta l’uno contro l’altro i poveri del Mondo, che finiscono per lottare tra loro. Secondo Bresheet, vi è una contrapposizione tra i bianchi padroni del territorio e chi arriva con l’etichetta di migrante e cerca di ottenere un’appartenenza.





“I riots non mi hanno stupito – ha spiegato il regista – quanto mi ha stupito il silenzio e la negazione che ne sono seguiti. Noi inglesi, a differenza degli italiani, tendiamo molto alla negazione e siamo parecchio repressi. Il silenzio seguito ai riots ha indicato che il sistema è malato. Londra è una città difficile: le cose succedono ma non si discutono”.

Ha ricordato come la Gran Bretagna disponesse del più esteso servizio pubblico nazionale al Mondo e di università pubbliche. Ora il primo sta venendo ridotto e le seconde sono sparite: “Le università sono private e gli studenti sono clienti intenti a comprare una laurea”.

“Sitiamo perdendo ciò che si è raggiunto in 509 anni di progressi”, e per Bresheet il cammino è iniziato con Tatcher ma è continuato con Blair. Non c’era infatti alcuna aspecifica accusa nei confronti di Cameron.

Il messaggio del film è diretto alla Sinistra inglese, dispersa in mille correnti, incapace di lavorare unita e proporre un progetto di inclusione. Ovviamente, per il regista, il New Labour non è Sinistra.

There’s no Left left”, ha detto nel film Paul Gilory.

La dispersione della Sinistra, la lotta tra minoranze (ad essere colpiti nei riots sono state per lo più le bottegucce degli immigrati pakistani o est europei), la disgregazione sociale tra gli inglesi (nel film si raccontano due storie opposte: quello della donna esteruropea salvata da un incendio a casa sua da connazionali e quello dell’anziano inglese morto durante i riots di cui nessuno è stato in grado di risalire l’identità) rafforzerebbero la Destra fascista, che costruisce carceri (in Gran Bretagna ne stanno sorgendo in gran numero) e incarcera i suoi ragazzi (3mila sono in prigione in seguito ai riots. Han dato loro tra i 6 mesi e i 2 anni. Alcuni di loro sono colpevoli di aver rubato una bottiglia di vodka).

Il nemico della società non sono questi ragazzi, ma chi ci ha portato sino qui”.


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London is burning documentario di Haim Bresheeth presentato al Docucity Milano

oubliettemagazine.com — A Milano, durante la rassegna concorso Docucity, organizzato dal Polo di Mediazione Interculturale e Mediazione dell’Università agli Studi di Milano, si è assistito alla proiezione del documentario “London is Burning” realizzato da Haim Bresheeth. Il documentario parla dei riots dell’agosto 2011 a Londra. Ne rimanda poche immagini: qualche saccheggio, l’intervento della polizia con i cani, due sequenze tratte da programmi televisivi. In uno si stigmatizza il divieto fatto agli inglesi di tenere armi, “perché non possono difendersi dai teppisti”, nell’altro Darcus Howe parago


The film Facebook entry/invite for Docucity:


London is burning

Evento pubblico · Creato da Docucity Festival/Rassegna di Cinema Documentario




giovedì 3 maggio 2012


21.00 in UTC+02


Proiezione del film London is burning (45', 2012) e incontro con il filmmaker, performer e docente britannico Haim Bresheeth. L'incontro è organizzato in collaborazione con la rivista Altre Modernità. Introducono Paolo Inghilleri, Emilia Perassi e Nicoletta Vallorani.


A publication presenting the special sessions on London by Haim Bresheeth and Yosefa Loshitzky, at DocuCity and Altre Modernità:


DOCUCITY 2012


Docucity

in collaborazione con la rivista Altre Modernità

organizza due eventi speciali dedicati alla città di Londra

Giovedì 03 Maggio 2012

 

Giovedì 03 maggio, ore 11.00/13.00, Aula Magna del Polo di Mediazione Interculturale e Comunicazione dell’Università degli Studi di Milano – Piazza I. Montanelli 14, Sesto San Giovanni

 

Screening Strangers in Fortress Europe and Beyond

Incontro con Yosefa Loshitzky, autrice di Screening Strangers. Migration and Diaspora in Contemporary European Cinema (Bloomington & Indianapolis, Indiana University Press, 2010)

 


Screening Strangers, il volume al quale è dedicato l’incontro, è un testo capace di disegnare la topografia di un disagio tristemente frequente nella contemporaneità. Sviluppato intorno alla nozione di alterità, il saggio si costruisce intorno al concetto di “screening” nel suo duplice significato di “rappresentare attraverso il cinema” e “tenere sotto controllo statistico”. Esaminando una varietà di materiali cinematografici, per lo più produzioni europee che comprendono anche opere di registi di grande visibilità (M. Winterbottom e S. Frears), Loshitzky riflette sul concetto di Fortezza Europa e sulle molteplici strategie messe in atto da questo nostro occidente per resistere alla contaminazione con l’Altro o quanto meno per renderlo meno inquietante.

La presentazione sarà introdotta da Serena Guarracino e Nicoletta Vallorani.

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Yosefa Loshitzky è docente di Film, Media and Cultural Studies presso la School of Humanities and Social Sciences della University of East London. E’ autrice di The Radical Faces of Godard and Bertolucci (1995), Identity Politics on the Israeli Screen (2001), e Screening Strangers: Migration and Diaspora in Contemporary European Cinema (2010). Ha anche curato il volume Spielberg’s Holocaust: Critical Perspectives on Schindler’s List (1997) e ha collaborato al numero di Third Text dedicato a “Fortress Europe: Migration, Culture, Representation” (2006). Sta attualmente lavorando a un saggio intitolato Just Jews? Philosemitism and Islamophobia in Contemporary Culture and Beyond. I lavori di Loshitzky sono stati tradotti in francese, tedesco, svedese ed ebraico. E’ stata ospite come Visiting Research Fellow presso l’Institute of Germanic and Romance Studies (School of Advanced Study, University of Londo), la Annenberg School of Communication (University of Pennsylvania, USA), l’Yitzhak Rabin Centre for Israel Studies, il Jerusalem Van Leer Institute, il CNRS francese, e il CNR italiano. Nel 2004-5 è stata Leverhulme Trust Visiting Professor at University College London (UCL). Dal 1994 al 2003, ha fatto parte della redazione del Cinema Journal.

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Serena Guarracino si occupa di studi culturali e di genere, con particolare attenzione per i performance studies, la letteratura postcoloniale anglofona e i rapporti tra musica e letteratura. Nel 2005 ha conseguito il dottorato di ricerca in “Letterature, culture e storie dei paesi anglofoni” con una tesi dal titolo Aver voce. Migrazioni dell’opera lirica nelle culture di lingua inglese; di recente ha pubblicato le monografie La primadonna all’opera. Scrittura e performance nel mondo anglofono (2010), e Donne di passioni. Personagge della lirica tra differenza sessuale, classe e razza (2011). Precedentemente si è occupata dell’insegnamento dell’inglese attraverso le metodologie degli studi culturali, da cui è risultato il volume Telling Stories in Contemporary English. A Workbook in English Language and Cultural Studies (2007).

Ha curato con Marina Vitale un numero doppio della rivista AION Anglistica dal titolo Voicings: Musica across Borders. Attualmente insegna un corso di “Letteratura inglese” su Shakespeare e il cinema e un corso di “Lingua e traduzione inglese” presso l'Università degli Studi de L'Aquila. È membro del comitato scientifico e organizzativo del Centro Archivio delle Donne (Università di Napoli “L'Orientale”) e del direttivo della Società Italiana delle Letterate, dove ricopre l'incarico di Responsabile della Comunicazione.

 

Giovedì 3 maggio, ore 21.00/23.00, Mediateca Santa Teresa, via della Moscova 28, Milano

 

LONDON IS BURNING

(Gran Bretagna, 45’, 2012, DV, colore)

 


Regia Haim Bresheeth

Produzione Haim Bresheeth

Sceneggiatura Haim Bresheeth

 

London is Burning è, nella sua versione primaria, una installazione video di 25 minuti, pensata per essere proiettata su 24 schermi e realizzata da Haim Bresheeth.

L’istallazione comprende interviste, estratti di notiziari televisivi e clips scaricate dal web e fornisce una rappresentazione al tempo stesso lucida ed emotiva di quella incredibile settimana di disordini londinesi, nell’estate del 2011, che tutta la comunità britannica ha tentato in ogni modo di rimuovere, con l’unica eccezione del Guardian.

Alcune delle interviste hanno come protagonisti intellettuali come Paul Gilroy, Jeremy Gilbert e Ash Sharma, che tentano di commentare gli eventi.

Per il Festival Docucity, Haim Bresheeth ha rimontato i materiali dell’istallazione in modo da realizzare una versione per un solo schermo: un documento significativo e toccante su una rivolta poco rappresentata e presto dimenticata.

La presentazione sarà introdotta da Paolo Inghilleri, Emilia Perassi e Nicoletta Vallorani.

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Haim Bresheeth è filmmaker, fotografo e docente di Film Studies presso University of East London. Tra I suoi libri, ricordiamo il best seller Introduction to the Holocaust (scritto in collaborazione con Stuart Hood, 2 ristampe dal 1997). La prima versione del volume era intitolata Holocaust for Beginners (1993) e ha avuto anch’essa svariate ristampe. Tra i volumi da lui curati, sono da citare The Gulf War and the New World Order (con Nira Yuval-Davis), pubblicato nel 1992 dai tipi di Zed Books, The Conflict and Contemporary Visual Culture in Palestine & Israel, curanto insieme a Haifa Hammami. Ha fatto parte fino al 1991 della redazione della rivista State of Danger (1989, BBC2), un documentario sull’Intifada palestinese. E’ direttore del Matrix East Research Lab, un centro di ricerca aperto presso la UEL e dedicato alle artidigitali e alle ciberculture. Nel 2010 ha fondato il Museum Integrated Digital Archiving System, un centro per lo scanning ad alta definizione di opera d’arte. Cinema and Memory: Dangerous Liaisons, del 2004, e Khamsin, ed è ora membro del comitato editoriale della rivista online Altre Modernità. Uno dei suoi film più noti è

 

Ospitata dalla piattaforma OJS UNIMI, diretta da Emilia Perassi e promossa da studiosi di lingue, letterature e culture ispanofone, anglofone e francofone, Altre modernità/ Otras modernidades/ Autres modernités/ Other modernities ambisce ad informare e riflettere sulla produzione culturale che la modernità istiga come critica, problematizzazione, alternativa alle nozioni di centralità, potere e procedure di produzione artistica dominanti, nel tentativo di dar conto, in modo dinamico e articolato, delle periferie del mondo e del sociale.

 

Comunicato stampa pubblicato da Wi-Mee su autorizzazione Docucity Film Fest